Il tempo. L’intero operato artistico dell’artista Shen Qibin è una riflessione sul tempo e i suoi paradossi, sul suo divenire, che prende forma in uno spazio preciso, determinato dal dialogo tra la memoria del passato e la coscienza del presente. “Le radici e le ali”, recita la saggezza proverbiale cinese, “sono le uniche due cose durevoli che possiamo sperare di lasciare in eredità alle future generazioni, ai nostri figli”.
Nelle radici è custodita la memoria del passato, nelle ali gli strumenti per poter progettare il futuro. Radici e ali, sono le pietre angolari del progetto artistico del Maestro Shen Qibin, del suo continuo tentativo di catturare il ritmo del tempo nell’istante che sfugge.
Il tempo di Shen Qibin è un tempo sospeso, come un punto fisso e imperturbabile, in cui per cogliere il flusso degli eventi occorre in primo luogo arrestarsi, fermare il proprio passo. È questo il nucleo fondante della dialettica dei contrapposti che, dalla filosofia taoista all’etica confuciana, in Cina si è perpetuata per millenni, sopravvivendo all’evoluzione dell’uomo, al mutamento politico ed economico della società da lui costruita. È questa la matrice universale che Shen Qibin compendia nella formula “+ & -”, una giusta misura del tempo dell’uomo e
della sua storia, che titola la mostra che mi accingo ad ospitare nel mio Museo a Firenze.
Il progetto espositivo è contraddistinto da quattro concetti-cardine che hanno guidato l’operato tecnico dell’artista: Shen Qibin passa dalla fase di decostruzione dei classici storici, “stropicciando” fisicamente il tessuto sul quale ha trasposto alcuni dipinti rinascimentali (ora esposti a Shanghai nella mostra “Miracle: the Bellini Family and the Renaissance”), per poi passare alla fase di foratura del tessuto con la creazione
dei vuoti e a quella di estrapolazione di una nuova griglia di riferimento, delineata dai vuoti spaziali, che ripristina un equilibrio rinnovato, un ordine armonico. Dalla lezione della tradizione dell’arte classica, scaturisce quindi la potenza innovatrice della contemporaneità.
L’arte può, dunque, riuscire a catturare il tempo dell’uomo? Può l’artista riuscire a restituire attraverso la sua opera il senso dell’equilibrio di forze dei vuoti e dei pieni dell’evoluzione umana? La mostra “+& -” nasce dal tentativo di dare una risposta a questa domanda, allo scopo di rivelare una nuova visione del tempo, che trascende dalla singolarità del vissuto umano e si allontana dalla prospettiva antropocentrica.
Tutto ci sembra iniziare con la nostra nascita e finire con la nostra morte, ma la vita altro non è che una ruota delle meraviglie, la più grande e avventurosa giostra sulla quale mai avremmo immaginato di avere il coraggio di salire. Ci saliamo sulla giostra, la riempiamo con la nostra presenza, occupiamo un posto convinti che sia il nostro per sempre. Ma, infine, cosa significa “per sempre”?
Una volta finito il giro e scesi a terra, solo in quell’istante, vediamo che la ruota continua a girare anche senza noi sopra, indifferente alla nostra assenza.
È il nostro tempo ad essere finito, il nostro turno sulla giostra, non è la fine del tempo né quella della giostra. Il senso di questo tempo Shen Qibin l’ha capito e io con lui.
Luigi Bellini
Firenze, 31 gennaio 2018